Pro Loco Stienta Caligo

Piazza S. Stefano,1 – Stienta  (RO)

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Presidente : Cristian Tenani

Le origini del paese risalgono al X secolo, quando tutta la zona circostante era amministrata dalla chiesa di Ravenna ed una località si distingueva dall’altra solo attraverso il nome del fondo agricolo principale.
Nell’archivio notarile di Modena si conserva un rogito dell’anno 956 d.C., che indica questa terra con il nome di Santo Stefano di Caligo o Gallito.
In un libro di A. Vasina, dal titolo “Regestum saeculi bonorum Ecclesiae Ravennatis in territorio ferrariensi” si trova scritto che nel X secolo in questa zona esisteva un “fundus qui dicitur bolonitico ..” ed ancora “episcopus de fundus qui vocatur SEPTIGNENTA territorio ferariense plebe Sancti Stefani in Gallito .. “.
Viene marcato quel Septignenta perché secondo l’evolversi della lingua scritta, quasi certamente nel linguaggio volgare il vocabolo si è contratto in STIENTA.

 
Ma trascorsero alcuni secoli, prima che il volgare dialetto ferrarese prendesse il sopravvento sul latino, lingua ufficiale scritta e parlata dagli uomini di Chiesa e così si continuò ad indicare il territorio con l’appellativo di Santo Stefano in Gallito fino alla metà del millecinquecento.
Spiegato così che il termine STIENTA entrerà nel linguaggio dopo vari secoli dall’origine, ricordano che il fatto più famoso del XII secolo fu la rotta del Po a Ficarolo del 1152 che cambiò la faccia del ferrarese, separando Stienta da Ferrara, pur conservando lo stesso dialetto, le stesse usanze che cambieranno solamente dopo il periodo napoleonico ed austriaco.

 
I rapporti fra le due sponde del fiume si mantennero stretti fino alla fine del secolo scorso, perché si conservarono parentele e lavori comuni attraverso un continuo viavai di barcaioli che stabilirono molti punti per il passaggio di persone e merci.
Nel millequattrocento si costruirono chiesa e campanile in muratura, vicini l’una all’altro, con ristrutturazioni successive, fino ad arrivare alla fine del ‘700, quando venne inaugurata l’attuale arcipretale (1799) lontana dal campanile, che rimase nella stessa posizione originale.
Nel millecinquecento, precisamente nel 1559, arrivarono a San Genesio i frati benedettini provenienti dall’abbazia di Pomposa, che ben presto divisero la pieve in due parrocchie, quando nelle metà del seicento riuscirono a costruire una nuova Chiesa, o santuario di San Genesio, che nel 1700 richiamò un continuo pellegrinaggio di fedeli da tutto il ferrarese. A titolo informativo si può affermare che anche allora si pagavano tasse ed imposte varie: alla Chiesa con le decime ed i quartesimi, alle casse del Ducato con i pedaggi che si pagavano per transitare sul Po o sul Ponte di Faverzano, attuale Pontefiocco.
Agli inizi del seicento, per bonificare la zona acquitrinosa che si estendeva tutto attorno a Stienta, fu costruito il cosiddetto Canale di Zelo, che permise la diffusione su larga scala del granoturco appena importato dall’America, riducendo così le coltivazioni del farro e del riso che da secoli si tramandavano. La bonifica totale delle nostre terre avvenne alla fine del secolo scorso, quando si costruì il Grande Scolo Consorziale, chiamato “sculon”.

 

A livello artistico di notevole interesse è Villa Camerini, fatta costruire nella seconda metà del XVIII secolo, secondo criteri che risentono dell’architettura militare emiliana. La Villa venne edificata con due torri simmetriche laterali, ripartita su tre piani , con due eleganti portali sulla facciata rivolta a sud coronati da una ghiera in cotto di vago stile lombardesco.

 

Il rustico era costituito dalle scuderie ad est e dalle cantine, mentre ad ovest esistevano granai e magazzini con una vera e propria dependance nel retro quasi vicina alle mura , per il custode che doveva osservare e controllarele entrate provenienti dalla campagne.


Tutt’intorno esisteva un parco , ricco di piante rare, recintato da un alto muro che si apriva anteriormente in un ingresso chiuso da una cancellata di ferro sostenuta da poderosi pilastri. Per tutto il secolo scorso la Villa ha funzionato come centro propulsore di tutta l’attività economica del paese.
I fatti da ricordare del secolo scorso, sono il passaggio dei poteri del regime napoleonico a quello austriaco dopo il congresso di Vienna, il processo della Martinella nel 1851 ai disertori della I^ guerra d’indipendenza deciso da una legge militare austriaca cosiddetta Stataria, il passaggio dei poteri amministrativi dall’Austria al Regno d’Italia lasciò immutata la situazione comunale con lo stesso Sindaco Suzzi. Giungiamo quindi nel XX secolo. Nel 1929 fu inaugurato il monumento ai Caduti , poi ricostruito nel 1956 con alcuni ritocchi. Nel 1945 l’abbattimento del vecchio campanile , ricostruito dopo la seconda guerra mondiale ed inaugurato nel 1966 . Nel 1951 l’alluvione, che sommerse il paese anche sotto sei metri d’acqua.
Negli anni ottanta STIENTA conosce un notevole sviluppo urbanistico ed economico, con la realizzazione dell’area artigianale e con una costante evoluzione di insediamenti industriali ed espansione del centro abitato .


In virtù della presenza di tali linee di sviluppo l’Amministrazione Comunale di Stienta, nel corso degli anni ha potenziato il livello dei servizi sociali offerti ai propri cittadini , a partire da quelli rivolti all’infanzia e all’adolescenza , sino a quelli rivolti alla terza età.
Molte sono le occasioni che la comunità stientese ha per ritrovarsi , in piazza, nei parchi, nei centri sportivi. In particolare durante il mese di settembre, nella settimana dedicata alla tradizionale fiera d’autunno all’interno della quale si svolge il Palio Gastronomico. Una manifestazione in cui le contrade , o per meglio dire le zone del paese, chiamate con i loro antichi nomi, propongono a tutti i visitatori della piazza piatti tipici locali, preparati secondo le ricette di un tempo.
Questa ed altre manifestazioni di carattere civico, sportivo e religioso dimostrano il grande affetto dei cittadini stientesi verso il loro paese e scongiurano ogni possibilità di perdere le tradizioni o di dimenticare il passato e testimoniano la vitalità di Stienta, un paese che ha saputo rinnovarsi, mantenendo legami fertili con il passato e le migliori tradizioni.